Mi è sempre piaciuto scrivere, eredità che mi è stata lasciata da mio padre, per poter trasmettere i miei stati d’animo e sentimenti ... sin da bambina mi sono cimentata in quest’arte per me liberatoria e che non ha ostacoli ... tra realtà, fantasia, voli pindarici... Scrivo poesie, acrostici, ... (continua)
La sua poesia preferita:
Polvere Di Stelle
Per tetto un cielo stellato, ricamato da infiniti
orpelli di polvere di stelle.
Come stille di rugiada color latte, dense... leggi...
Nell'albo d'oro:
Non ci sei più
Non ci sei più sei andato via, ma so
che mi aspetterai lungo la via, con
ansia attendo, rivedo il tuo volto
riflesso sul mio cuore
Ti parlo regalandoti dolcissime
parole d’amore, vorrei poggiare la
testa sul tuo petto, darti tanti baci
sino... leggi...
Ali Spiegate
Ali spiegate su fianchi poggiate,
aspettano di spiccare il volo.
In sentiero spinoso irto d’ostacoli
sola con il suo dolore, senza una mano
amica che ispira e regala amore
L’anima l’accarezza le dona calore, la forza
l’accompagna, non si... leggi...
Stupirti
Contar le stelle una ad una, prender le più belle
riempirne un cesto dal profumo di ciclamino,
regalarlo a Te Signore facendoti un inchino.
Sorprendere l’alba al sorgere del sole, rubare
ogni sfumatura di colore da donarti con... leggi...
Sogni Tramati
In filo d’ordito di terra bagnata coperta
di sogni finemente tramati, m’aggrada
ritrovar radici di tempi remoti.
Far riaffiorare ricami di vita, in tenui colori
rubati a fiori appena sbocciati, a spicchi
d’aurore da poco nate, sogni tramati... leggi...
Muri Di ...Cartapesta
Oltre la soglia dell’impossibile, dell’attimo
impercettibile, dell’amore inesauribile, ci sei
tu.
Muri di cartapesta dividono sciami di pensieri,
che travalicano il comune sentire, trasalendo
in vorticose spire.
Volerò con ali di farfalla, i suoi battiti
accompagneranno quelli del mio cuore,
sarò leggiadra... leggi...
Ma che te credi...!
Ma che te credi che li dolori forti ariveno
solo se sei granne, ‘n c'hanno pietà te toccheno
puro se sei na’ regazzina, all’improvviso senza
na’sorta de preavviso.
Na’ bella giornata de sole, stai a giocà a
nisconnarella, nun te... leggi...
In Punta Di Piedi
Cammino in punta di piedi in righe di poesia, trasmetto ciò
che il mio cuore ha scritto, su pagine ingiallite di malinconia.
Vesto colori demodé in abiti passati, respiro sogni
usciti da cassetti impolverati.
Intenso cuore batte in fiamma
vermiglia, bisbiglia al mondo
parole d'amore.
L'alba s'appresta a vestire l'aurora
in colori rosati, in tinte pastello
leggere e delicate.
Il giorno trionfa in bellezza, tra
colori di ogni sfumatura, che... leggi...
Pozzanghere
Pozzanghere d’acqua salata impresse
in terra bruciata,
riempite da lacrime
amare, che non vogliono
evaporare.
Pozzanghere di dolore,
ricolme da troppo amore,
disegnate dal cuore,
racchiuse in mari di oblii sconfinati,
in piccoli cerchi di... leggi...
L'ABC Della Vita
Dipingere di rosa pareti senza senso, uscire
dall’oblio di un falso sentimento, cancellare
con la gomma del cuore falsità e rancore.
Imparare ad osservare, tra sprazzi di vento, danze
vorticose che si perdono nel tempo.
Vestire le parole di... leggi...
Scrigno Magico
Struggenti istanti che l’anima riscopre racchiusi
nello scrigno del cuore.
Sensazioni assopite in dissolvenze di colori, in frammenti
di emozioni, in trasparenze di sprazzi d’amore.
Tesori magici che portano a sognare mondi ormai... leggi...
Oltre
Morbido soffice, come ventre di madre, m'avvolge
il cuscino regalandomi pace.
E' tempo di lasciarsi andare,
nel mondo dei sogni pian piano scivolare.
Prima d'addormentarmi, ripercorro il mio cammino,
risalgo con fatica il crinale della vita,... leggi...
Spire D'Emozioni
Tra le tue spire sogno di annegare, non aver paura, di farmi male.
In un fango di lascivo desiderio mi anniento, avvinghiata
aspetto l'attimo mortale per poi resuscitare.
Passione sublime che in una tempesta di mille colori si perde,
luci... leggi...
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La vicenda del romanzo si svolge in un paese della Sardegna all’inizio del XX secolo. Lo sfondo della narrazione è il (leggi...) € 0,99
carla composto
So 'n poveraccio
Dialettali
So ‘n poveraccio, sto a ‘n angolo de na'
strada, tutti coreno la festa è quasi arivata.
Di fronte c’è na’ finestra addobbata, fiocchi
rossi, arbero de natale,’n ber presepe e tante
palle colorate.
Eppuro so’ tristi vanno tutti de corsa, penzeno
a li regali ar vestito più bello da mette ‘n mostra,
ar cenone, c’hanno premura de fa’ bella figura.
So ‘n poveraccio sto qui a ’n angolo de na’ strada,
vestito co no’ straccio, ma drento ar core so’elegante,
ciò tanto amore,‘n soriso riposto da tirà fori, appena
nasce Nostro Signore!
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Nota dell'autore:
«immag. web»
I commenti dei lettori alla poesia:
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«La riflessione che mi viene spontanea, leggendo quest'opera, è che il poveraccio sta sempre all'angolo della strada ed è certamente contento della nascita del Bambino Gesù, ma continua sempre a rimanere sulla strada, né facciamo mai nulla per metterlo, almeno sul marciapiede. La gioia e la capacità di accoglienza, del resto, non dipendono dallo stato in cui si vive, ma dal proprio essere. Un'opera che può essere un'insegnamento!»
«Poesia che mi è piaciuta "un casino" (in toscana diciamo così). Messa in dialetto, a mio avviso la esalta enormemente. La segnalo (e per il mio carattere bisogna proprio che mi abbia colpito.) COmplimenti.»
«La ricchezza esteriore non si accompagna alla ricchezza del cuore e con versi sentitissimi in un vernacolo quanto mai efficace, l'autrice ce lo dice e ce lo fa meditare. In fondo, lo sappiamo tutti che questa corsa all'apparire e all'essere sempre in linea con le tradizioni consumistiche non solo non appagano i sentimenti ma li sbiadiscono fino a non farcene più sentire la voce autentica, ma non riusciamo a fermare questa insensata corsa»
«Carica di riflessione, nei suoi versi in dialetto esaltanosia questa figura così fiera nel suo abito dimesso e così luminoso nel sorriso della sua anima sia nel messaggio che trapela fino alla fine della lettura»
«Questa poesia mi ha toccato in modo particolare, la trovo molto bella e la forma dialettale le dà un'ulteriore bellezza. Il tema, per me, è uno dei più cari, sin dall'infanzia ho avuto grande amore e rispetto per coloro che hanno scelto di vivere agli angoli delle strade, le considero le persone migliori e vere, oltre che coraggiose e dai più grandi e nobili sentimenti. Lirica molto apprezzata.»
«La forza dialettale dà sempre un'orma incisiva alle parole del cuore, qualsiasi sia l'argomento, e in maniera particolare, quando è toccante, quando è del sociale che si parla, come in questi versi che sono molto incisivi nel messaggio e nella forma. Un verseggiare che fa riflettere e che ci riporta al vero senso del Natale fatto non solo di festa apparente, di sfarzo, ma di pensieri profondi del cuore.»
«In questa bella poesia in vernacolo romanesco, il sentimento nobile che anima questo Clochard è molto pulito.
Questo Natale che sta arrivando solleva un polverone d'indignazioni, sarà perché tutti più poveri, pensiamo solo a chi sta peggio? ?»
«Bellissima poesia. Oltre al valore intrinseco dei versi che trovo eccelsi, ritengo che la scelta del dialetto sia stata perfetta per sdrammatizzare il personaggio e la situazione. E' proprio vero che a volte, la felicità si trova nelle anime più umili. Apprezzata tantissimo.»
«I valori del vero natale sono proprio in quel cuore semplice e sincero... che nella sua anima conserva l'amore infinito e la luce pura. Poesia profonda, che descrive una grande verità... Da riflettere.»
«Quando si avvicina il Natale mi capita di pensare ai senzatetto, a chi non ha un posto per scaldarsi e cibo per nutrirsi e tutto mi sembra senza senso... anche loro hanno ricchezza interiore e dignità, ma nessuno se ne avvede, si corre, si pensa alla festa e ai regali... in questi versi c'è anche il mio pensiero»
«In un'alternarsi di italiano verseggiato e dialetto, l'autrice riesce sempre a portar qui poesie di gran valore umano e poetico. E spesso piene di morali da cui attingere. Brava davvero.»
«La costrizione che ci siamo imposti nella ricerca ossessiva di regali, a cui nessuno sembra interessarsene, la corsa sfrenata a regalare e regalarsi la festa perfetta, la rincorsa al cenone dalle mille portate, portano noi esseri moderni a svalutare il mistero della festa, ad abbandonare lo stupore della sorpresa, reificando i sentimenti in nome di un'usanza a cui è stato sottratto ogni profondo significato.»
«Una poesia piaciuta molto, perché mette in risalto due realtà di vita quotidiana molto attuali: la corsa frenetica di tanta gente che pensa solo al consumismo, specialmente in questo periodo natalizio, e quel poveretto che, nell'indifferenza generale, gode nel suo intimo ed è contento di quel poco che ha.»
«Leggendo questa lirica in vernacolo ho avuto la sensazione che l'autrice, più che tristezza, esprimesse compiacimento entrando nei panni del "poveraccio", guardando dall'alto in basso i veri poveracci, quelli che cercano di apparire anziché di essere, quelli che non saranno mai capaci di provare immensa felicità solo per un sorriso, quello, sì ricchezza esclusiva del poveraccio, anche se non costa niente. Condivisa in toto.»
«E che te devo dì Carla: anche stavorta mi hai folgorato con il tuo vernacolo! Triste, pensoso, penetrante, dritto ar core, con versi pregni de' tanto amore e meditato lirismo!»
«Poesia molto originale per la scelta dialettale e per la morale che alla fine induce a pensare "ma no! Mica sei tu un poveraccio, sono gli altri! Tu possiedi la genuinità nel cuore, la semplicità delle piccole cose, gli altri si affannano come formichine imbellettate e dimenticano il valore profondo e originario del Natale!"»
«Con questa lirica in vernacolo, la poetessa ha messo in evidenza il vero dramma del "poveraccio". Egli però ha un cuore pieno d'amore e sorriderà non appena nascerà il Bambino Gesù.»
«Con piacere scopro oggi questa Autrice, che in questa lirica mostra grandi doti di "verista". Attraverso versi dai caratteri romaneschi il lettore è come condotto presso la stazione Termini, dove in ogni momento della giornata, ma soprattutto a sera, quando le luci si accendono, si accentua il contrasto tra chi sta "a 'n angolo de strada" e tutti quelli che "coreno".
Eccellente l'Autrice che illumina il finale non con le luci de " l'arbero de natale", ma con il "soriso riposto da tirà fori". Molto B R A V A!»
«Un grande insegnamento di vita quello indicato dal "poveraccio". Il poensiero va rivolto anche e soprattutto a loro che "addobbano" le nostre strade tutto l'anno e ci guardano, ci osservano e ci criticano. Forse non tutti siamo nel torto . Non è una malattia la povertà ma nemmeno la normalità se condotta con umiltà e pensiero e forse gesto di fratellanza. Molto riflessiva e condivisa lirica. La poetessa non sbaglia mai.»
«Un bel pensiero a chi il Natale lo vive in disagio e povertà. La poetessa rivolge sempre lo sguardo anche oltre, verso realtà particolari, verso situazioni più problematiche e la sua sensibilità vince sempre. Un testo davvero grande.»
«È una lirica questa che descrive il Natale del consumismo, attento alla forma e all'apparenza, ma la brava Poetessa evidenzia con immagini che suscitano emozioni il Natale dell'essere umano che non ha nulla esteriormente, ma ha la ricchezza dei sentimenti .Un'attenzione particolare sulla nostra società reale, in cui la forbice tra ricchi e poveri si allarga sempre più e che maggiormente si avverte nei giorni di festa.
Versi che fanno riflettere... elogio alla Poetessa.»
«Una poesia in vernacolo che mette in evidenza il natale del ricco e quello del povero. Ultimamente il divario s'è allargato. Chi vive agiatamente ha altre preoccupazioni, sul cibo, sui regali, sui vestiti da mettere. Mentre il povero li guarda passare affannati e indifferenti a chi gli sta loro attorno. Lirica apprezzata!»
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